L’ Università della Leadership
“Quanti collaboratori avete nella vostra azienda? lui ne ha avuti tre milioni.
Dove sono dislocati le sedi della vostra azienda? Lui li aveva in tutto il mondo.
Quanto spesso cambiano i vostri ruoli? Lui ne aveva ogni giorno diversi.
Chi è che ha avuto il peggior Amministratore Delegato? Sempre lui.”
Quello che si è presentato così è stato il generale Colin Powell, l’ex Segretario di Stato degli Stati Uniti, durante uno scorso World Business Forum a Milano.
Il leader è capace di imprimere importanti cambiamenti alla propria vita: è accompagnato da questo atteggiamento e da quello del continuare a chiedersi “cosa viene dopo?” Già da giovani viene spontaneo ai leader avere la spinta e l’orientamento a vedere cosa c’è di là dell’angolo.
Fa parte degli “atteggiamenti” del leader, come decide di usare la Information revolution.
Vi sono due macro tipi di scelte rispetto al tipo di leader che si vuole essere, a livello universale:
- il tipo “follow me”: seguimi!
- il tipo “generatore di follower, di seguaci”
Tutto il focus sta qui. Voi in che tipo vi riconoscete?
I migliori leader, dice Powell, toccano ogni persona nell’organizzazione, facendo attenzione a far sì che tutti siano coinvolti nei valori dell’azienda. L’obiettivo è ottenete che tutte le persone sappiano qual è la mission nel loro specifico lavoro e quanto sia importante.
I followers vogliono credere nella missione perché credono che la missione faccia migliorare il mondo, che persegua uno scopo più grande.
Colin Powel aveva aggiunto: “Fa che ogni follower abbia la tua stessa passione!”
I leader mantengono alti standard di comportamento, etica, onestà, sanno prendere rischi per i loro collaboratori e seguaci. Non vogliono organizzazioni mediocri o mediocri leader.
I collaboratori vogliono essere ispirati cioè essere motivati.
E’ il compito del leader far sì che tutti conoscano la loro mission. Si deve accertare che abbiano il training che serve loro, che le loro “riserve” vengano allenate e ricaricate con continuità.
“Prenditi cura delle tue truppe”, dice il generale Powell. E non agire per le medaglie, aumenti di stipendio o stock option….”
Scrivere ad esempio una lettera al collaboratore dicendo: “bravo, hai fatto un buon lavoro, sono orgoglioso di averti nel team.”
“Rimuovi le persone non efficaci, rimuovendo le persone che non producono. Se non sai punire nella tua organizzazione non sei un buon leader. Sai di essere un buon buon leader quando hai persone che vengono da te per chiederti aiuto, supporto, ecc. Ti seguono perché si fidano di te.”
I business leader possono lavorare verso l’incremento del benessere e uscire dalla scarsità: “fatelo per voi, per i vostri followers, per il mondo.”
Il leader favorisce l’errore: che se ne compiano per poi analizzarli e imparare dagli errori.
Un’altra pratica che i leader compiono è quella dell’andare in giro per l’organizzazione, osservando cosa succede là sul campo.
Altre “regole d’oro” di Colin Powell:
- La gerarchia è necessaria per essere efficaci
- Definisci le priorità
- Ascolta e osserva che cosa le persone hanno bisogno da te
- Gestisci il tuo capo: significa aiutarlo a prendere le migliori decisioni. Le persone dal canto loro devono valutare tutte le alternative prima di portarle al capo.
- Mantenere relazioni personali con i nemici e far diventare un avversario un amico
- Adottare l’atteggiamento verso i collaboratori del tipo: se il problema è tuo, risolvilo! porta a me solo i problemi che mi riguardano
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