Trend Organizzativi e di Mercato
Quali dinamiche e quali tendenze e attività stanno occupando le direzioni aziendali nei diversi comparti in questi mesi?
Dinamiche e Tendenze di Organizzazione e di Mercato
La vicinanza, frequentazione e le interazioni con molteplici imprese e contesti organizzativi che caratterizza l’azione della nostra società di consulenza e la conduzione di diversi progetti, ci ha consentito di distillare alcune delle principali dinamiche negli scorsi mesi, ottenendone una sorta di osservatorio privilegiato.
Abbiamo ricostruito in un precedente articolo (leggi: “Trend di Business Mercato e Tecnologie“)le osservazioni riguardanti il business, le tecnologie, ora condividiamo la ricostruzione di dinamiche concernenti l’organizzazione.
Quali progetti stanno caratterizzando le imprese?
Organizzazione
Un primo ambito di osservazione è quello inerente le figure professionali in ricerca. Fra le figure professionali che le imprese stanno ricercando e potenziando in questi mesi , vi è quella dei Key account managers e degli Export manager specializzati e specifici per settore e paese o area geografica. Mentre, sotto il profilo specialistico, si osserva l’inserimento o il potenziamento delle strutture di Internal auditing, funzione centrale, ad esempio, per chi cresce per acquisizioni di imprese o sedi dislocate in diversi territori internazionali.
Su un altro piano, in questo tempo, molti sono i figli degli imprenditori che stanno cercando di farsi strada nella impresa di famiglia: ne abbiamo incontrati molti occupati a creare la loro nuova squadra. Al contempo provando a creare una loro nuova visione dell’impresa, alla ricerca di rendersi autorevoli internamente ed esternamente.
In questi ultimi mesi, inoltre, è più evidente che mai la ricerca di sempre maggiore velocità nelle azioni delle aziende. Questa tendenza sta mettendo a dura prova i consigli di amministrazione, le direzioni aziendali nel trovare il modo di accorciare i tempi del decision making.
Tutto questo fa anche mettere in discussione gli stili di gestione dei collaboratori fin qui adottati: dare direttive per essere più rapidi o coinvolgere le persone per essere più efficaci ?
Sono anche tempi, questi, dove molteplici sono le fonti di conflitto: ad esempio fra il commerciale e l’area tecnica: chi dei due deve guidare ?
Oppure il conflitto fra soci: come guidare con chiarezza, come definire obiettivi e come comunicarli? Un indizio di questo conflitto è spesso la incredibile frequenza con la quale si incontra il consiglio di amministrazione: anche una volta alla settimana.
Ritornando alla Pubblica amministrazione, abbiamo annotato come sia occupata ad integrare enti diversi, ad accorpare ai fini di ridurre costi e risorse. Con molte azioni interne di riorganizzazione e rifocalizzazione delle risorse.
Mentre nelle aziende italiane o internazionali frequente è il cambio della proprietà e della capogruppo a causa di acquisizioni o fusioni. Ogni volta si tratta, per le direzioni aziendali, di coinvolgere tutti e diffondere l’identità aziendale e i suoi nuovi valori.
Una dinamica molto presente in diverse imprese è quella inerente la politica dei benefit per i collaboratori. Le direzioni aziendali sono occupate a ripensare al sistema dei benefit per i dipendenti, introducendo nuove forme che hanno a che vedere con il benessere (welfare aziendale), ad esempio con la salute e il fitness e con l’alimentazione.
Cos’altro abbiamo osservato in questo periodo?
Molteplici sono le attività di valutazione e di assessment rispetto ai loro collaboratori che stanno impegnando molte imprese: l’obiettivo è continuare a rivedere l’organizzazione, gli organigrammi per fare meglio ed al contempo sottoporre, costantemente, loro figure in percorsi di assessment.
Diverse imprese, compresi i grandi gruppi internazionali, stanno muovendosi alla ricerca di semplificare e ridurre il fenomeno «mail» riconosciuto da molti interlocutori aziendali “un vero flagello”. Ad un punto tale da dare corso a progetti mirati come quello di una organizzazione che lo ha chiamato «reduce transactional complexity».
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