Una storia dal sito www.coaching.compass.com
Adattamento di Giovanna Combatti
Un ragazzo si addormentò in classe durante la lezione di matematica. Si svegliò al suono della campanella che annunciava il cambio dell’ora di lezione. Guardò la lavagna e ricopiò sul suo quaderno i due problemi che erano stati scritti là. Pensò che fossero il compito per casa. Andò a casa e ci lavorò su il resto del pomeriggio fino a sera sapendo che se non avesse completato il compito per casa avrebbe sicuramente preso un pessimo voto tale da mettere a rischio la sua promozione in quella materia.
Non riusciva a venirne a capo con nessuno dei due ma continuò a provare per il resto della settimana. Finalmente, riuscì a trovare la risposta per uno dei due e la portò in classe. L’insegnante rimase assolutamente stupito e senza parole. Il ragazzo temeva di aver fatto troppo poco e troppo in ritardo. Risultò che il problema che aveva risolto si supponeva fosse irrisolvibile.
Come fece a riuscire? Fu in grado di fare quello che si pensava essere impossibile perchè lui pensava che fosse possibile. Non solo pensava che fosse possibile, pensava che se non lo avesse risolto avrebbe rischiato la bocciatura. Avesse saputo che il problema era irrisolvibile, non sarebbe mai riuscito a trovare la soluzione.
Le nostre convinzioni sono i “comandanti” del nostro cervello. Quando crediamo che qualcosa sia vero, letteralmente entriamo nello stato che questo sia vero. Se gestito in modo efficace, quello che crediamo può diventare la forza più potente.
Le convinzioni controllano il nostro destino. Quello che crediamo di noi… quello che crediamo dei nostri clienti, quello che gli altri credono di noi. L’eccellenza inizia con la consapevolezza che quello in cui crediamo è una scelta.
Le nostre convinzioni sono il compasso e la mappa che ci guidano verso i nostri obiettivi. Sia che si creda di poter fare qualcosa o di non poterlo fare, il nostro pensiero comunque influenzerà l’esito.
Scrivi un commento