Padri & Figli in azienda
Come dare risposta ad alcuni dei quesiti che caratterizzano il ruolo dei figli degli imprenditori rispetto al contributo in azienda?
- Ho le capacità per incrementare il mio contributo in azienda? quali mie caratteristiche, punti di forza e capacità possono fare la differenza qui?
- Quali livelli di responsabilità voglio assumere?
- Come mi preparo ad assumere una maggiore responsabilità?
- Come mi preparo a fare il passo in avanti?
- Quale futuro posso contribuire all’azienda?
La portata di tali quesiti induce spesso le direzioni aziendali, gli imprenditori e i giovani imprenditori a voler trovare le risposte.
Come fare? da dove partire?
Le opzioni per le aziende per crescere e garantirsi continuità incrementano: si acquisiscono imprese o ci si fonde con altre aziende, si cedono rami d’azienda, si operano scelte di “outsourcing” di alcuni dei servizi non “core”, si identificano modi diversi per commercializzare i prodotti, si sceglie di terziarizzare alcuni dei processi dell’azienda o si decide di integrarne di nuovi in azienda.
A tutto questo si aggiunge il quadro normativo del mercato del lavoro che offre nuove opzioni di gestione della “flessibilità”.
A fronte di tali tendenze, le imprese sono chiamate ad organizzare risposte tempestive ed efficaci in virtù di scelte strategiche coraggiose, di una costante tensione all’innovazione, di un costante presidio della produttività, dell’efficacia e dell’efficienza delle misure adottate.
Tutto ciò rende sempre più critico e strategico il momento del passaggio generazionale e la qualità della preparazione al ruolo di chi potrà prendere il testimone.
In questo contesto assume un ruolo centrale la figura del “figlio”, futuro imprenditore, cui vengono richieste capacità personali e competenze professionali sempre più “spinte”.
Se da una parte colui che si prepara a prendere il testimone è misurato sulla base della capacità dimostrata nello svolgimento della propria attività e funzione, dall’altra è “sotto osservazione” sia del vertice aziendale, sia dai membri del Consiglio di Amministrazione, sia da parte di responsabili e collaboratori.
Oggi chi è “nella stanza dei bottoni” è sempre più chiamato a passare ad un ruolo di visionario e stratega, capace di leggere i mercati e le tendenze. Ed un passaggio dal ruolo di amministratore a quello di “sviluppatore” di individui e team di lavoro; da controllore delle politiche e delle procedure a facilitatore del cambiamento, coprendo aspetti che hanno più a che vedere con la dinamica delle relazioni fra le persone che con la gestione di processi codificati.
Cresce la necessità di partnership interna con i colleghi responsabili del Business (della “line”) così come crescono le attività all’esterno dell’impresa.
Lo sforzo cui la nuova generazione imprenditoriale è chiamata è quella di saper rappresentare sapientemente l’azienda, incrementarne la visibilità e la presenza per renderla più attraente sia per collaboratori che per i clienti e fornitori.
Se può essere chiaro questo quadro che caratterizza l’azienda, i ruoli, le sfide in avanti, “quello di cui c’è bisogno”, dall’altro non altrettanto chiaro è quello attinente la persona, il figlio o la figlia dell’imprenditore che vive la difficile sfida di capire quale possa essere il suo ruolo e il suo campo d’azione.
In queste situazioni di padri e figli in azienda sotto lo stesso tetto, si vede come vi siano spesso, incredibilmente, dei grandi assenti: l’ascolto, la conoscenza e consapevolezza delle capacità, dei punti di forza, delle energie e delle motivazioni di fondo dei giovani figli di imprenditori.
Tendendo a dare per scontato decisamente tante, troppe cose.
Come altrettanto spesso abbiamo la possibilità e il piacere di osservare, è proprio quando qualcuno di questi giovani imprenditori riesce a vedersi nello specchio, vede gli elementi che lo caratterizzano, davvero importanti per lui o per lei, e soprattutto quando riesce a identificare e definire i propri obiettivi, che cambia il passo.
Poter riflettere e riconoscere quello che per lui o lei davvero ha valore, su cui davvero vuole sperimentare la sua vita professionale, chiarisce il quadro e fa “partire in quarta” a lavorare su quegli spazi, quelle opportunità ed esigenze che richiedono energia e cimento.
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