Le start-up stanno spazzando via la concorrenza delle aziende storiche che si tramandano attraverso le generazioni? Molte organizzazioni di lunga data (come la Philips che ha festeggiato il suo 126 ° compleanno nel 2017) hanno mostrato esattamente perché sono restate in auge per decenni, persino secoli: continuano a reinventarsi. Sono sopravvissute a molti cicli di cambiamento percependo le tendenze emergenti, assumendosi dei rischi e ridefinendo chi sono. Innovando e adattando continuamente i modelli di business, le organizzazioni possono continuare a prosperare, mentre attraggono e mantengono i migliori talenti.
Ne parla Jeroen Tas, Chief Innovation & Strategy Officer e membro dell’Executive Committee alla Royal Philips in un suo recente articolo https://www.linkedin.com/pulse/peoples-digital-revolution-jeroen-tas
Spesso lodiamo i progressi della tecnologia come forza trainante dell’innovazione ma sono proprio le persone che progettano, integrano e forniscono le soluzioni che determinano il successo delle nuove imprese. Le start-up hanno da lungo tempo assunto l’ethos di mettere i talenti al primo posto, spesso guidandoli, come Davide contro Golia, a superare organizzazioni più rigide. Per molte aziende affermate, creare una mentalità imprenditoriale può essere difficile. C’è spesso un senso di immediatezza che tende a dare la priorità ai miglioramenti del prodotto a breve termine rispetto alle innovazioni rivoluzionarie. Processi complessi, regole e governance pesante possono soffocare la creatività.
“In Philips sappiamo che dobbiamo continuare a migliorare il nostro core business ma allo stesso tempo stimolare il business digitale emergente. Consentiamo approcci di tipo imprenditivo in modo da poter sfidare i limiti di ciò che è possibile.” dice Robin van Dalen un manager di Philipps.
Promuovendo una cultura in cui gli individui possono esercitare l’imprenditorialità, mentre si lavora per uno scopo comune all’interno di un quadro ben definito, le organizzazioni possono trovare il loro punto centrale: far crescere sia la loro eredità che nuovi business emergenti.
Sono le loro idee fresche, l’agilità e le nuove competenze che rendono i millennial indispensabili per il business digitale. Il loro desiderio di fare la differenza e la loro curiosità intrinseca possono essere indirizzati verso grandi proposizioni. Robin van Dalen in una sua recente intervista ha testimoniato questo orientamento verso l’“avere un impatto”. Lui era entrato in Philips appositamente per realizzare il suo sogno di avere un effetto tangibile e positivo sul mondo e lo sta facendo nel loro Innovation Hub. Robin sviluppa progetti innovativi e inclusivi volti ad ampliare l’accesso all’assistenza sanitaria. “Ascoltando i millennial, come mio figlio, Aki, e mia figlia, Kim, vedo che molti giovani talenti sono attratti dalle organizzazioni in rete, dove lavorano in team multidisciplinari. La nostra grande organizzazione offre reti relazionali che aprono innumerevoli opportunità per imparare e crescere.”
In quanto prima generazione di veri “nativi digitali”, i millennial hanno in genere una forte affinità per la tecnologia e l’innovazione. Alcuni dei lavori di Philips riguardano la tecnologia dirompente, come l’intelligenza artificiale e l’IoT, ma “si tratta di sostenere la nostra missione di migliorare la vita di miliardi di persone fornendo soluzioni sanitarie innovative.”
I millennial tendono ad essere attratti da culture aperte e inclusive; culture che non sono definite da gerarchie e burocrazia. Ciò significa dare avvio a team di progetto con uno scopo concreto che forniscano un senso di appartenenza. Così il talento si libera e si possono raccogliere in modo sicuro nuove idee volte a risolvere le sfide in modo creativo. Un recente sondaggio ha evidenziato che i cinque fattori di cui i collaboratori si preoccupano maggiormente nella loro ricerca di lavoro sono la cultura aziendale, l’ubicazione e gli spostamenti per raggiungere l’azienda, la retribuzione, i benefit e l’opportunità di apprendere nuove competenze.
In troppe occasioni ho visto i millennial descritti come persone “aventi solo diritti”, che ritengo sia in gran parte falso e non rappresentativo di tanti giovani orientati e con un obiettivo. Avendo lavorato con molte persone di talento, il mio punto di vista è che sono quelli che non sono disposti ad adattarsi a rappresentare la più grande minaccia.
Fondamentale per le imprese è investire nei millennial o rischiano di “restare nella polvere”.
Il successo di un’organizzazione si basa sulle sue persone e sulla sua “eredità”. Se diamo alle persone di talento le opportunità che consentono loro di essere all’altezza della situazione, contribuiamo a garantire che facciano ciò che amano e amino ciò che fanno. Da lì, creiamo una cultura e un ambiente in cui le persone prosperano e, con loro, le organizzazioni.
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