Connettere le Generazioni
Per la prima volta nel mondo, e in Italia, possiamo trovare nella stessa organizzazione fino a quattro se non addirittura cinque generazioni differenti.
Ogni generazione è portatrice di valori specifici, credenze, convinzioni, cultura, stile di vita, capacità e competenze che si sono consolidate nel periodo storico, sociale, tecnologico che vive negli anni della crescita giovanile. Ogni generazione è’ portatrice di un modo diverso di vedere il mondo: è quello che porta, oltre che nella vita, nel posto di lavoro.
Intervallo temporale
L’intervallo temporale tra una generazione e l’altra è generalmente calcolata in circa 15/20 anni, con uno scostamento di circa 5 anni tra i diversi studiosi del fenomeno. Possiamo dire che sono oggi cinque le generazioni che convivono insieme nelle organizzazioni, portatrici di visioni del mondo profondamente diverse tra loro, ma anche con punti di incontro incredibili, a volte difficili da riconoscere.
Il fatto particolare è che oggi – in seguito all’allungamento della vita media nel mondo occidentale – queste generazioni sono tutte insieme nello stesso mondo, società, famiglia, lavoro.
Ciascuna con aspettative e ambizioni da realizzare simili e diverse, allo stesso tempo, da quelle delle generazioni precedenti e con stili di comunicazione, di relazione e di linguaggio nuovi e differenti.
Il primo passo è riconoscerlo.
Iniziare a lavorare subito dopo il diploma, magari all’età di 18/24 anni, come può essere accaduto a chi è nato negli anni ’50/’60, oppure iniziare a lavorare all’età di 25/30 anni, come può succedere o è successo a chi è nato negli anni ’80/’90, significa mettere a confronto mondi e filosofie di vita, bisogni, aspettative, valori, approcci al modo di lavorare completamente differenti l’uno dall’altro.
Il cambiamento delle condizioni di ingresso al mondo del lavoro, in termini di soglia d’età, livello di studio, anni di lavoro minimi per il raggiungimento della pensione, influisce sulla gestione delle risorse umane in azienda.
Oggi in una realtà lavorativa è possibile la compresenza di persone che possono avere dai 16 ai 30 o 40 anni di differenza tra loro, ad esempio a capo di un team, il responsabile, può avere riporti che vanno dai 20/25 anni ai 55/60 anni.
E poi ricordiamoci che ci sono fondatori di aziende oggi molto giovani. Un esempio, fra tutti il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, nato nel 1984.
Sotto il profilo socio-economico, il disagio della generazione dei 40/50enni (la generazione perduta, o X Gen), l’ultima generazione ad avere avuto accesso alla possibilità del posto fisso, sembra esplodere in tutte le sue contraddizioni.
Figli (gli attuali 40/50enni) che contribuiscono con il loro lavoro al mantenimento di padri e nonni (Boomers e Matures) andati in pensione con tutti i privilegi, spesso anche baby-pensionati in Italia, che invece poco hanno contribuito allo stato sociale attuale, generando per sé stessi una ricchezza individuale che i figli non raggiungeranno mai.
Come possono comprendersi, completarsi, lavorare assieme efficacemente persone con visioni, abitudini, strutture mentali e di linguaggio nate da esperienze e vissuti così diversi?
In azienda
In azienda, il fattore generazionale è oggi una delle chiavi del successo dell’impresa, dove questa consapevolezza non pare ancora guidare le scelte.
Già George Orwell diceva che
“Ogni generazione si ritiene più intelligente rispetto all’altra che l’ha preceduta e più saggia di quella che viene dopo “
Il potenziale rivoluzionario dovuto ai grandi cambiamenti recenti spinti anche dalla convivenza di quattro generazioni sotto lo stesso “tetto” professionale non appare ancora essere stato colto completamente.
Studi recenti fanno del tema generazionale una lente attraverso la quale, non solo è possibile guardare e tentare di interpretare l’evoluzione della nostra società e dei nostri sistemi di produzione ma anche intervenire per migliorare l’efficacia e la performance dei gruppi di lavoro e delle organizzazioni in un’ottica di sostenibilità generazionale e di business.
La comunicazione
Si pensi solo alla comunicazione (largamente intesa) che in azienda dovrebbe scorrere fluida e che invece, molto spesso, risulta difficile proprio a causa delle differenze, ma ancora di più a causa della poca conoscenza della natura delle generazioni, dei loro sistemi valoriali, delle loro aspettative. Un esempio, tra molti altri, è l’avversione di molti boomers verso l’utilizzo di ipod, tablet, se non già di e-mail utilizzati invece normalmente dalla Generazione X a qualsiasi ora del giorno e della notte.
L’innovazione
Spesso il tabù di una generazione diventa il trampolino di lancio per un’altra, oppure un nuovo punto di vista di una generazione fa cogliere opportunità inaspettate, l’innovazione passa attraverso la capacità di saper vedere le cose con gli occhi di un altro, magari con un’età diversa.
Siamo convinti che sia possibile apprendere molto, innovare o cambiare quello che oggi non funziona se impariamo a sfruttare il potenziale innovativo nascosto nelle generazioni.
Questa consapevolezza può essere la chiave per fare di questo tema un’area di intervento straordinaria, nella quale giocare una parte importante della crescita e del successo di un’azienda.
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