Il 21 ottobre 2015 Nermine Fawzy, Regional Human Resources & Administration Director – Middle East & Africa di Cargill ha osservato, in un articolo sul web, come questa ricerca di innovazione e creatività in un nuovo assunto sia una scelta destinata a non portare risultati.
E si chiede: “Quante aziende vogliono assumere persone innovative e creative? Oserei dire quasi tutti, soprattutto a livello di figure junior nell’organizzazione. Si vede la caratteristica dell’innovazione e della creatività nella descrizione delle mansioni, questi tratti diventano parte del branding dell’azienda e della posizione, si vedono persone senior nelle aziende che evidenziano come quelle skills siano importanti, vengono elaborate serie di domande per l’intervista improntate a queste capacità.
Ma perché queste due competenze sono messe così al centro? O le aziende non sono realistiche o non se ne curano dell’impatto di questa scelta. Abbiamo spesso anche noi messo le aziende di fronte a questa scelta, a questa riflessione ma raramente ne è emersa una risposta concreta.
E la Fawzy illustra perché pensa che sia una completa perdita di tempo o addirittura controproducente, assumere dipendenti in base alle loro capacità innovative / creative:
“Immaginate di avere un nuovo dipendente a bordo, con circa 4 anni di esperienza, entusiasta rispetto alla nuova opportunità. Parte del motivo che ha portato alla sua assunzione è a causa della sua capacità di innovazione e creatività.
Quindi la prima cosa che ci si aspetta che facciano, e su cui viene incentrato il suo inserimento, è quello di conoscere la vostra organizzazione, apprenderne il business, la struttura, ecc, cosa che ha decisamente senso. “Ora la parte che non capisco”, dice la Fawzy, “è l’aspettativa che la persona si muova secondo il modo della società nella quale è entrato”.
Quando questo nuovo entrato sfida le cose, esprime suggerimenti e proposte, quando vogliono discutere su come cambiare le cose, l’azienda chiude le strade in diversi modi. Quante volte i manager dicono cose del tipo: “questo non è come noi agiamo”, “questo è il modo migliore“, “abbiamo fatto in questo modo per anni“, “è necessario adattarsi a come qui facciamo le cose“, “che non saranno accettate dal management“, ecc … ecc. e potremmo andare avanti ancora.
Quindi noi reclutiamo persone per i loro talenti della creatività e dell’innovazione ma, una volta a bordo, non lo consentiamo o lo spegniamo completamente.
Il risultato è, di solito, una delle due cose: o i nuovi assunti sono ‘condizionati o sottoposti a lavaggio del cervello’ e diventano quasi un clone di quello che l’azienda ha o si demotivano, rimangono frustrati e disimpegnati e lasciano presto l’impresa. In entrambi i casi si tratta di una perdita di tempo.
Se ne deduce che è più efficace portare in azienda talenti con abilità, esperienza e le caratteristiche che si possono e si desidera effettivamente utilizzare, altrimenti meglio risparmiare tempo, denaro e anche la credibilità dell’azienda e dei suoi manager.
Leggi l’articolo originale qui: linkedin.com/pulse/companies-shouldnt-hiring-innovation-creativity
Scrivi un commento