Ingresso in Azienda: un momento decisivo
“Sei stato assunto in questa azienda? Bene! ora vai e cercati la tua strada”.
È spesso uno degli approcci adottati dal responsabile della selezione al momento dell’ingresso in azienda del nuovo assunto: “Intanto arriva e poi vedremo”.
Solo 1 su 10 dipendenti, inclusi specialisti, manager e top manager, affermano che la loro organizzazione ha fatto un buon lavoro nel momento del loro inserimento.
Proprio in quei primi giorni, settimane e mesi dall’ingresso si annidano spesso le ragioni che portano a precoci separazioni.
In un colloquio d’uscita (exit interview) condotto con un neo assunto che a distanza di cinque mesi ha deciso di lasciare l’azienda, è risultato evidente, che quello che era mancato era proprio un percorso di inserimento efficace. In questo caso di un coaching al nuovo inserito per metterlo in grado di ottenere i suoi risultati e farlo sentire così di essere la persona giusta al posto giusto nei tempi giusti. Era stato “messo lì” – racconta – lui chiedeva ma faticava a farsi dare le informazioni necessarie per potersi muovere. Il suo responsabile, nei primi due mesi, era sempre risultato assente perchè fuori sede occupato in fiere ed eventi.
Quale poteva essere il risultato di un simile Ingresso in Azienda?… la sua precoce uscita, appunto!
A cosa serve un Piano di Inserimento in Azienda per i neo assunti.
Un piano di inserimento efficace getta le basi per una positiva prestazione e per un ingaggio a lungo termine.
Consente di scoprire le cose più importanti che ogni nuovo collaboratore ha bisogno di conoscere nei primi tempi in una nuova organizzazione.
Abbiamo incontrato in questi giorni una specialista nel marketing entrata da un paio di mesi in quella azienda. Aveva avuto le indicazioni logistiche (la mappa degli uffici e delle funzioni delle persone) ma non riusciva a capire il “codice” di comunicazione di quel contesto: come e cosa dire a chi, quando e anche come.
In ogni organizzazione c’è sempre un organigramma nascosto, virtuale, dove, vuoi per esperienza, per peso acquisito negli anni o per consuetudine, certe comunicazioni passano attraverso snodi che sono invisibili agli occhi.
Sono però “snodi” invisibili agli occhi di un neo-assunto che ha bisogno di un Virgilio che lo aiuti a “vedere”.
L’ingresso in azienda è un momento cruciale per ogni persona. Come nel primo caso visto sopra, il neo assunto che entra in azienda è motivato e fa di tutto per riuscire il prima possibile a rendersi efficace, produttivo. Se le motivazioni che hanno spinto il dipendente ad entrare e a far parte di una organizzazione non vengono confermate entro il primo mese di lavoro, probabilmente quel collaboratore esplorerà altre opzioni lavorative. In alternativa, svilupperà un’immagine offuscata dell’azienda che lo influenzerà per un periodo di tempo lungo.
La maggior parte dei collaboratori non aspetta un anno per “sentire” e capire la cultura del nuovo datore di lavoro.
Ciò significa che le organizzazioni devono dedicare attenzione e sforzi alla fase delicata dei primi passi in una azienda del nuovo collaboratore.
Se il candidato inserito viene dal “settore” o da un diretto competitor?
Anche se la persona viene “dal settore” o da un diretto competitor il momento dell’inserimento in azienda è cruciale.
La conoscenza del settore o dell’ambiente non garantisce che, “da sola”, la persona si senta in grado in quel nuovo contesto di operare.
Per tutte le aziende, ogni assunzione di una nuova risorsa è un fatto troppo importante e determinante per il business per lasciare che l’ingresso sia gestito “come viene”.
Alcune domande da porsi prima dell’inserimento in azienda di una nuova risorsa:
- Quale formazione è stata offerta a quel responsabile del nuovo assunto per stilare un piano di inserimento mirato?
- Ne è stato preparato uno per la nuova persona?
- Sono stati definiti e condivisi gli obiettivi per il primo mese, sei mesi, un anno?
- Sono stati approntati gli strumenti formativi, di supporto a quel nuovo collaboratore per accelerarne il raggiungimento?
La testimonianza di un inserimento in azienda ben riuscito:
L’azienda, dopo una ricerca e selezione mirata aveva individuato una risorsa che avrebbe ricoperto una funzione strategica per la crescita del business.
L’inserimento era risultato particolarmente e critico perché avrebbe potuto portare un grande impatto positivo in azienda.
La scelta dell’azienda è stata quella di dare un supporto attraverso un momento di coaching all’ Hiring Manager, la figura che stava inserendo il nuovo collaboratore.
L’inserimento in azienda del nuovo collaboratore, condotto con con attenzione in ogni suo passaggio, ha fatto la differenza. Il legame con l’azienda è stato immediato tanto che nei primi due mesi oltre ai primi risultati concreti il manager neo assunto a dato questo feedback:
“Non avevo mai sperimentato una simile accoglienza. Mi hanno aiutato a capire fin da subito le sfumature più importanti e i ruoli nell’organizzazione. Mi sento in grado, qui, di portare presto buoni risultati”.
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