Allenarsi alla Leadership
E’ un tema, un approccio, un ruolo o ancora meglio azioni e comportamenti che si colloca certamente fra gli evergreen.
E’ peraltro uno dei terreni di gioco critici, talvolta insidiosi e altrettanto potenti.
L’esercizio della leadership risente di costanti cambiamenti: cambiamenti di ruolo, cambiamenti di funzione e di specialità, incremento di competenze, collaboratori nuovi, collaboratori con incrementate aspettative, ecc.
Come tenerci allenati ad esercitare con efficacia la nostra leadership, rispetto ai cambiamenti che via via intervengono?
Il parlarne in gruppo, facilitati e guidati nello scambio delle esperienze e dei casi diventa un’esperienza fondamentale.
Immaginiamo un facilitatone che ci guidi verso la definizione di un obiettivo da raggiungere
A che cosa vorremo applicare quello che impareremo?
Dopo il Patto iniziale, che ci porta a confrontarci su che cosa si intende o quando si parla di leadership, ci si butta a capofitto subito in una esercitazione esperienziale coinvolgente sulle poste in gioco della relazione di leadership.
Ogni leader ha sempre la possibilità di scegliere quale stile vuole adottare: proviamo a misurarci con l’adozione dei differenti stili di leadership, dunque, partendo da riconoscere quale è lo stile che prevalentemente utilizziamo, quanto siamo flessibili e capaci di variare lo stile secondo la situazione del collaboratore?
E se volessimo diventare dei leader assertivi?
è sempre utile confrontarsi con alcuni studi inerenti la leadership assertiva ma anche confrontarci con spezzoni di film che mostrano stili in azione e quanto possono essere efficaci.
Come lo troviamo l’equilibrio? come capi, come riusciamo ad essere assertivi, senza minare la relazione con il collaboratore?
La tavola dell’equilibrio, un intrigante esercizio esperienziale da condursi con il gruppo, ci allena a sperimentare “le azioni assertive del Capo”.
Su cos’altro ci dovremmo allenare per rafforzare la nostra leadership?
Come siamo messi rispetto all’esercizio del dare e ricevere feedback?
Qui l’allenamento è incentrato sull’esercizio “Ma quanto siamo bravi”, come pratica assertiva del capo.
Il ricorso a metafore e casi esterni a noi aiuta il manager a visualizzare e scegliere esempi e modelli dai quali apprendere: sempre ingaggiante è il lavorare attorno a personaggi e ai loro stili.
Sono le dimensioni relazionali dei rapporti di leadership quelli che ci mettono solitamente più a dura prova
Come dosare la vicinanza con i nostri collaboratori? Meglio uno stile troppo vicino o uno stile più distaccato e formale? Come coniugare orientamento al compito e orientamento alla relazione? Come esercitare leadership in situazioni di sovraccarico di lavoro? Quale ruolo possono avere le emozioni nel gestire i collaboratori? (le mie emozioni e anche quelle del collaboratore) Come ottenere riconoscimento dai propri collaboratori senza far leva esclusivamente sulla competenza tecnica? Come esercitare leadership in un gruppo di pari grado? E verso l’alto?
Su ognuna di queste tematiche nei percorsi manageriali recenti abbiamo lavorato attraverso questi passaggi:
- Quali poste in gioco ci sono nella relazione di leadership?
- Quale stile ha più possibilità di portarsi a casa queste poste in gioco?
- Come posso muovermi concretamente?
I giochi metaforici e il metodo degli autocasi consentono anche importanti sperimentazioni riguardo un’altra importante e critica area: la delega, cosa, come, a chi e quando delegare, quanto spazio concedere, ecc.
Abbiamo visto che i leader che vogliono allenarsi su questi temi apprezzano approcci che sappiano integrare partecipazione e utilità, cioè attività che permettano a tutti di attivarsi e che, contemporaneamente, mettano al centro azioni concrete da mettere in atto nel proprio lavoro e nel proprio contesto.
A quando il prossimo allenamento per diventare un leader efficace e dunque migliore?
Scrivi un commento