41 – 50: Cosa ne pensano i 25-30 enni, i 31-40 41-50enni e gli over 51 dei loro colleghi?

Quali sono i punti di forza che riconosciamo loro? quali i punti deboli?

Capita raramente ad un gruppo in azienda di ottenere un feedback, un riscontro, di raccogliere un punto di vista rispetto ai propri  comportamenti più o meno funzionali,  più o meno efficaci. Meno che meno se questo gruppo è stato messo assieme con il criterio “generazionale”.

Nell’evento dello scorso 17 marzo 2016 in Confindustria Verona  è stato organizzato un workshop basato su un incrocio virtuoso di feedback ad attraversare appunto le generazioni.

L’obiettivo è stato quello, per una volta, di porsi in ascolto degli altri, di raccogliere punti di vista “sul proprio gruppo generazionale” per poter analizzare, operare un confronto ed elaborare un piano d’azione inerente comportamenti, ruoli, sviluppo delle potenzialità specifiche.

Come sono visti i 41-50enni ?

Punti di Forza

Punti di Debolezza

Under 30

Hanno voglia di imparare e di stare al passo coi tempi

Capacità di relazionarsi con tutti

Capacità di prendersi in carico degli obiettivi

Esperienza

Sanno spiegare/formare

A volte troppo impostati

Si adagiano nel limbo della “non decisione”

Sentirsi realizzati/arrivati

31-40

Esperienza e Know-How

Responsabilità

Insegnamento

Concretezza

Resistenza al cambiamento (3 volte)

Diffidenza

Obiettivi personali da raggiungere

Over 51 Capacità decisionale

L’esperienza acquisita negli anni precedenti

Essere un “ponte” tra le generazioni

Educazione scolastica solida improntata al raggiungimento dell’obiettivo

Rigidità

Poca propensione a lavorare sulle proprie convinzioni

Sono in crisi d’identità

Al traino, seduti

L’esperienza acquisita negli anni precedenti è talvolta un fattore limitante

Quanto ai feedback ricevuti dalle altre fasce di età durante il workshop, ecco la visione che il gruppo dei 41-50enni ha estratto:

Siamo un po’ “seduti”, tendiamo ad accontentarci”, “siamo esperti e abbiamo  una buona visione d’insieme dei problemi”.  Per contro “cambiamo idea con fatica”.

41 - 50 generazioneNel gruppo degli 41-50enni  sono stati condivisi casi in cui la differenza di età è stata un fattore positivo e trainante, dove era un fattore critico ed è rimasto tale, dove la criticità ed il conflitto si è composto generando soluzioni positive e innovative.

E dove il gruppo dei 41-50enni ha rilevato l’esigenza di dare corso nelle loro aziende subito alla creazione di gruppi di lavoro con il criterio intergenerazionale. Qualcun altro nel gruppo ha sintetizzato come nella loro azienda si debbano presto definire politiche per un bilanciamento efficace della popolazione con rappresentanti di tutte le fasce di età, per abbassare l’età media.

Qualcun altro ha raccontato di un conflitto in essere in azienda  che contrappone juniores e seniores, con l’esigenza di “lavorarci su” subito per passare dalla visione noi – loro alla visione Noi assieme.  Un altro contributo ha riguardato il tema della retention ovvero del dare corso ad azioni preventive volta a trattenere il personale over 30 nella organizzazione.

Interessanti sono state le parole chiave che il gruppo ha estratto dall’analisi dei feedback ricevuti come 40-50enni e come attività da porre in essere:P1010256

  • Analisi: è importante analizzare quello che succede nella propria organizzazione, anche dal punto di vista della convivenza generazionale. “Tenere le antenne alzate” e soprattutto progettare interventi che facilitino la complementarietà.
  • Orientamento al problema: nei gruppi di lavoro fondamentale  è trovare l’orientamento  al problema e alla sua risoluzione: la condivisione dell’obiettivo ottiene di abbattere  le barriere generazionali .
  • Cura: per essere efficaci nel promuovere la convivenza tra generazioni è importante prendersi cura di sè stessi, del proprio benessere e delle relazioni con gli altri
  • Strategie: a volte è opportuno definire strategie di lungo periodo che ottengano di lavorare sul problema generazionale e realizzare passo dopo passo la loro implementazione
  • Corpo: in alcune organizzazioni, per alcuni lavori c’è ad tenere anche conto della questione biologica: il deterioramento del nostro corpo. E attuare job rotation, cambiamento di mansioni, cambiamenti nell’ergonomia dei luoghi e delle attività.